|    Dal medioevo? Tutto comincia con due versi inteneriti:"A mio padre, poeta, Cantor della Valle
        e del Castello". L'architetto Renata Fochesato dedica al papà la sua ispirata opera di restauro.
        Un anno di passione, un lavoro perfetto, esemplare, ampiamente documentato nel volume
        "Il Castello di Arzignano: storia, progetto, cantiere" stampato a cura dell'Impresa Giuseppe
        Maltauro. E' un librone in formato ventuno per trenta di oltre duecento pagine. Dentro c'è
        tutto, compresa l'ebbrezza per un lavoro compiuto nei termini richiesti e con i costi
        preventivati. Tante bellissime fotografie, tra le parole della storia e della cronaca, invitano alla visita.
        E si accede alla Rocca con il permesso dell'arciprete, perchè il maniero scaligero è la canonica
        della parrocchia alta sul poggio. Si visitano i saloni e dalle grandi finestre si può godere il più
        ampio panorama di Arzignano, della valle e delle colline. Dal belvedere sul torrione orientale
        si vede anche Vicenza, e quando il vento s'incanala da levante arrivano sullo scirocco perfino
        i rintocchi di Monte Berico. Sulla cinta muraria è stato ripristinato il cammino di
        ronda in lastroni grezzi a sbalzo. Nelle feste vi passano gli armigieri con armi, corazze e celate, mentre
        bellissime dame, in lunghi morbidi velluti e ghirlandette alla fronte, guardate da adulanti 
        menestrelli. Aspettano trepidanti nei cortili. Ora i tre saloni sovrapposti, con l'intermedio abitativo,
        ospitano di preferenza i parrocchiani dei vari gruppi operativi, o anche solo gli oranti delle
        devozioni pastorali; ma si accolgono a richiesta, mostre o convegni della città di Giano.
        Nella mattina di un sabato passato si sono trovati industriali e medici per verificare un anno di
        Risonanza Magnetica, la prodigiosa macchina donata all'ospedale degli arzignanesi. Con due ore
        e mezza di ritardo è arrivato anche uno che conta tra i bottonieri della regione Veneto. Si è seduto
        subito al centro del tavolo, ha chiacchierato a lungo con un sottoposto, ha conversato intimamente
        al cellulare non senza qualche smorfia, poi, sbuffando appena appena, è andato all'ambone-leggio
        per parlare delle nuove sinergie. Con sollievo di tutti, la campana Grossa del concerto in re
        bemolle sul campanile dell'arcipretale, ha suonato mezzogiorno.
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