| E' un tempo questo di forti tentazioni esibizionistiche.
        Ma anche di pigrizie. E' pigrizia dei parroci, per esempio, esporre in chiesa un cartello settimanale con una frase
        isolata o un pensiero generico, perfino incomprensibile ai più. Pigrizia
        perché ciò diventa un alibi alla non attività, alla mancata pastorale nella nostra consolidata e,
        per ora, non del tutto cancellata tradizione di fede.
 Lungo l'anno giubilare appena concluso, nelle nostre chiese abbiamo visto collocare cose
        i credibili, compreso qualche telaio da falegnameria improvvisata, precari
        simulacri di infissi casalinghi sistemati accanto agli altari con le scritte più strane: Ecco la tua Porta, Passa la
        Porta, Il Verbo si fa Porta, La Parola e la Porta, Lui è la tua Porta, o solamente, come se vi fossero dubbi
        estetici, La Porta. Ma finalmente è tutto finito. Rimangono, per nostra consolazione, i segni del buonsenso, le opere dei nostri padri, gli insegnamenti di una
        Chiesa che non si aggrappava agli slogan, alle frasi e alle promesse da campagna elettorale.
 
 Nella nostra grande chiesa di Castello, dove si cantano anche i Salmi, gli Inni, i Cantici di Turoldo, il poeta di
        Dio, dove si intonano ancora le dolcezze della tradizione popolare, dove salutando chi entra nel Silenzio si
        ricorda ciò che tanto piaceva a don Francesco: "Andrò a vederla un dì...,
        andrò a veder Maria...", non sono state esposte stranezze, non sono stati appesi cartelli
        enigmatici e nemmeno sono state inventate liturgie dell'occasionale fervore creativo degli improvvisati zelatori che
        si sono impossessati dei Consigli Pastorali.
 
 Nella nostra luminosa chiesa, alta e sonora dentro le consolidate mura della storia, davanti alla Rocca-Canonica ritornata agli antichi splendori, si è cercata la
        luce antica di quell'Arte che in tempi lontani ha illuminato i giorni di chi, tra Porta Cisalpina e Porta Calavena e
        nelle contrade intorno, dalla Fratta a Restena, dalla Calpeda agli Spagnoli, ha maturato il nostro carattere,
        ha delineato la nostra armonia.
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