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Aprile 2003 - Primo concerto del coro "Juveliniter" 

I ceselli polifonici severi e divertiti del coro Juveniliter

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Castello d'Arzignano, al due di aprile. Elena Foletto svola in suoni acuti, filati e morbidi. Non sono le sue corde preferite, ma stasera sopraneggia sui gesti di Federico Zandoną, che al centro dell'Insieme Vocale "Juveniliter" conduce le polifonie nel salone della Rocca, il castello-canonica di sassi neri e forti. Zandoną cantore rivela tutti i misteri, percorre tutte le possibilitą della voce: tenore, controtenore, timbro chiaro di centro, mediobasso ai controcanti, limpido armonico in sopracuti. Un prodigio. 
Anna Grasso stabilisce con decisione il pastoso timbro di contralto, ma quando occorre dialoga con Elena Foletto, o si inserisce nelle trame del contrappunto tessute da Samuele Pianazzola e Paolo Farinello. I due ragazzi, baritono e basso, non hanno limiti d'estensione, specialmente Pianazzola dai capelli rossi, che s'innalza leggero tra le corde di Zandoną o scende corposamente nelle risposte al grave. Farinello, ascetico, vagamente pensoso, in timbro caldo, rotondo, sostiene saldamente tutti gli appoggi delle verticalitą armoniche.
Piove, finalmente, dopo mesi di siccitą: "Ai tre aprilanti, quaranta somiglianti", recita il proverbio che porta alla Pasqua Alta. Tra le ultime, aeree feritoie della Rocca, la stretta apertura d'occidente, o del medio tramonto, accoglie un nido di civetta. Don Alvidio Bisognin, arciprete con residenza nel maniero, ha chiuso temporaneamente agli ospiti il salone del sottotetto per non disturbare la covata.
Dalle ampie finestre, dove sventolano in perdute speranze di pace le bandiere arcobaleno, si godono le luci di Arzignano, della pianura fino alla svolta di Lonigo e delle colline intorno. "Guarda le luci lontane..." intona un canto di tremori ormai perduti.
I due concerti nei mercoledģ che portano alle Palme sono stati affidati ai cantori vicentini che stasera, nel primo appuntamento, incantano il pubblico qui sempre fedele, venuto anche da lontano, salito al Poggio di Giano nonostante la procella a primavera.
Polifonia profana italiana e francese in prima parte, con la massima suggestione nel madrigale di Arcadelt " Il bianco e dolce cigno". E Gastoldi nel notissimo "Il ballerino", eseguito in ritmo trascinante, con dizione limpida, da Zandoną, Pianazzola e Farinello. Polifonia inglese nella seconda parte, tra Farmer, Morley, Dowland, Gibbons e Ravenscroft. E qui i ragazzi dell'Insieme Vocale esprimono il meglio della serata, coinvolgendo i presenti che riempiono il salone, entusiasmando fino alle richieste dei bis.
Il tocco di Zandoną, al secondo fuori programma, dilata argutamente lo spazio del "Contrappunto bestiale alla mente" di Banchieri. "Divertirsi e divertire cantando", si legge nella dichiarazione d'intenti dell'Insieme Vocale vicentino, tra l'elencazione dei successi nei vari concorsi europei e delle due incisioni: "Fragmenta" del '97 e "Fum. Fum, Fum!" dell'anno scorso.
Il monaco olivetano Adriano Banchieri, bolognese inquieto e sapiente, innovatore e teorico nella pratica organistica e nelle partiture vocali, scrittore arguto di novelle e altre storie, tra cui il non molto ispirato "Cacasenno", che intendeva continuare il "Bertoldo e il Bertoldino" di Giulio Cesare Croce, era uno spirito allegro, proprio capace di divertire divertendosi. Il "Contrappunto alla mente" accende tutte le possibili curiositą nel "Festino nella sera del giovedģ grasso", a cinque voci. Zandoną delle meraviglie libera i suoi cantori perfino in piacevoli, ammiccanti movimenti di scena: proprio una festa agli Aprilanti, i giorni che in montagna hanno riportato anche la neve.
E mercoledģ prossimo, con un programma polifonico di ispirazione sacra, tra cui il doloroso "Super flumina Babylonis" di Palestrina, secondo concerto nel Castello.

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